Sport, 10 maggio 2021

“Aspetto la mia occasione ma in Ticino non è facile”

Faccia a faccia col trentunenne pugile luganese Marius Antonietti

LUGANO - Negli ambienti pugilistici svizzeri il 31enne Marius Antonietti (pesi medi) non è molto conosciuto, eppure ha una carriera professionistica – seppur piuttosto breve – interessante. Ha infatti disputato otto incontri vincendone 6 (5 per KO) e perdendone due. Chiunque, con questo 'palmarès'avrebbe più vie di sbocco per poter sfondare nel mondo della boxe che conta. Purtroppo per lui questo, almeno per il momento, non sembra possibile.


Cominciamo a conoscere un po’ più da vicino il nostro interlocutore, grande appassionato della cosiddetta “nobile arte”, Marius ha giocato anche a basket nel Lugano fino ai 13 anni e successivamente ha praticato la kick-boxing alla corte di mister Pranovi. Poi finalmente ha imboccato la strada verso il ring che in fondo era quella che sognava da bambino. È vero che alcuni addetti ai lavori locali hanno cercato di dare al nostro atleta una infarinatura della materia, ma per lui ciò non è bastato ed è per questa ragione che all’età di 24 anni ha cominciato a frequentare regolarmente la realtà pugilistica italiana (dal gruppo Suat e ai Lauri, tanto per citarne alcuni).


Con il passare del tempo Marius si è distinto fra i dilettanti anche se il suo obiettivo principale era quello di diventare professionista. La voglia di combattere era grande, per mostrare a tutte le sue qualità. Così a 27 anni eccolo finalmente sbarcare tra i “prof”, ma qui la strada è apparsa subito in salita, ma lui non ha mollato. Da Ginevra il manager Davide Bianchi ha deciso di dargli una mano e lui nelle prime uscite ha potuto confermare il proprio il talento; purtroppo il Covid 19 ha rovinato tutti i piani visto che è ormai da un anno che Antonietti è fermo al palo, come tanti altri pugili.


Una situazione questa, frustrante e negativa, come ribadisce lo stesso pugile.
Certamente questa pausa forzata mi impedisce di poter ambire ad una miglior posizione nella gerarchia mondiale (attualmente il pugile luganese è situato attorno al 500° rango in questa caegoria, ndr). Con otto match all’attivo è troppo poco. Ho frequentato diverse palestre e diversi allenatori ma non è bastato. Attualmente mi preparo sempre con grande intensità a Davesco nella palestra dell’amico “Mitch” Lattuada ed in Spagna alla corte di Antonio Postigo, uno dei miglior allenatori in circolazione. Ne approfitto per ringraziare anche Bruno Pesaresi che mi sta dando una bella mano"


Certo è che, in questo modo e senza respirare l’aria agonistica, trovare la strada giusta per far salire le proprie quotazioni diventa difficile. 
Purtroppo non è facile trovarli, a Lugano la boxe è ornai uno sport dimenticato, quindi cerco di adattarmi come posso.(Anche perché manca l’apporto di qualche personaggio in Ticino – un esempio su tutti il mai dimenticato Michele Barra – per sorreggere adeguatamente il luganese ndr).


Il Boxe Club Ascona è
sempre stato la locomotiva del pugilato cantonale. Per Marius Antonietti non potrebbe essere la società ideale per compiere un ulteriore salto di qualità?
In qualche occasione mi hanno chiamato per fare da sparring partner, per il resto non ho ancora pensato di poter allacciare dei rapporti di lavoro con il club sopracenerino diretto da Franscella. Sono appena tornato dalla Spagna e vedremo cosa succederà nelle prossime settimane.


Insomma, prospettive attuali e future ancora da scoprire…
Effettivamente devo ammettere che la situazione è bloccata, spero solo che il virus allenti la sua pressione o che possa sparire, altrimenti tutto diventa più problematico. 


Gli aiuti per continuare non sono molti sul piano economico.
Non mancano, sono soprattutto gli amici che mi danno un mano. Ho provato a chiedere anche alla città di Lugano ma la sua risposta è stata negativa e questo un po’ mi ha rammaricato.


Magari un giorno arriverà l`occasione giusta, un incontro di prestigio che potrebbe darle visibilità. 
Per ora non voglio rivelare nulla perché le trattative sono ancora in corso con il mio manager. Confido di poter disputare questo match il più presto possibile e pandemia permettendo. Vediamo se a luglio ci saranno importanti novità.


La boxe è uno sport di sacrificio: vita dura, disciplina e tante rinunce.
Certo, è tutto questo e anche di più. Posso considerarla anche un mezzo importantissimo per la crescita della mia personalità. Ti dà tanta energia. Devi accettare anche compromessi non facili. Il pugilato è, per questo motivo, uno sport affascinante; se si accettano le sue regole allora puoi fare carriera. Ma non dimentichiamo anche che il pugilato permette di capire che cosa è il rispetto nella vita di tutti i giorni. Tutti i giovani che praticano lo sport ed in questo caso specifico la boxe, devono apprendere questo valore.


Il suo stile?
A me piace attaccare subito l avversario ed i numerosi KO che ho inflitto al rivale di turno prima del limite (cinque su otto incontri) lo dimostrano. L’obiettivo è quello di regolare la pendenza nelle prime battute del match.


Il sogno nel cassetto?
Diventare un giorno campione. Voglio fare tutto il possibile per poter realizzare questo sogno. E poi tornare a combattere perché, come ho detto prima, se non sali sul ring le possibilità di scalare le classifiche internazionali sono davvero minime. Ho voglia di mostrare il mio talento.


Il suo idolo?
Sicuramente Gennady Golovkin, il russo mi piace per il suo modo di combattere, uno dei pesi medi più forte che ci sia mai stato. Infine un nostro augurio: che Marius Antonietti possa ottenere le soddisfazioni che merita e che qualche società elvetica si accorga del suo lavoro.

GIANNI MARCHETTI

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