Mondo, 19 ottobre 2020

"Gli americani hanno bisogno di una guida sicura e affidabile”

Alessandro Orelli, imprenditore ticinese di Atlanta, e le elezioni presidenziali USA

Per capire l’ aria che tira negli Stati Uniti alla vigilia delle elezioni presidenziali (Trump vs Biden) Mattino della Domenica ha sentito un giovane imprenditore ticinese che da anni vive ad Atlanta, la città più popolosa Georgia. Il nostro interlocutore nascosto dubbi e preoccupazioni per il futuro del grande paese nordamericano, confrontato oltretutto con la gravissima crisi sanitaria provocata Alessandro Orelli ha quarant’anni e da 15 vive negli Stati Uniti. Originario della Leventina ma cresciuto a Gentilino, nel 2005 decide di lasciare la Svizzera per tentare la grande avventura in Colorado, un tempo terra di coloni e cacciatori di taglie e già teatro di massacri perpetrati dai bianchi ai danni dei nativi. Dopo la laurea in amministrazione aziendale a Fort Collins prende moglie e si trasferisce ad Atlanta: un’altra America, un altro mondo, è il profondo Sud, ma non più quello raccontato dall’effervescente e raffinata penna di Margaret Mitchell nell’immortale “ Via col vento”: la Georgia è diventata uno stato per tutti. Gli afroamericani hanno governatori e sindaci, Freedom America, tutti uguali. Una realtà con cui Alessandro ha imparato a convivere anche se: “nel mio cuore c’è sempre la Svizzera” ci dice. Nel frattempo ha fondato la Uniglobal.it un’azienda che si occupa della vendita e dell’esportazione di apparecchiature informatiche. Il lavoro non manca, anche se il Covid-19 ha provocato non pochi problemi al settore.

E purtroppo anche a lui: nei mesi scorsi ha infatti contratto il virus. “ Ho perso l’olfatto e il gusto, e per diverse settimane mi sono sentito uno straccio. Ero sempre stanco. Era come se avessi una normale influenza e perciò mi sono curato a casa. Alla fine, però, ce l’ho fatta. Ora va decisamente meglio e sto molto attento a non beccarlo di nuovo”.

Allora Alessandro: nel mezzo della bufera sanitaria, gli americani come stanno vivendo questa vigilia elettorale ?

La gente e’ abbastanza stufa. C’e’ molta incertezza, soprattutto economica e con le elezioni in corso tutti vogliono una leadership sicura. Una guida. E per molti Trump non lo è, anche se Biden non entusiasma per nulla. Chi ha capitali ora fa grandi affari; l’economia si sta riassestando e adattandosi a questa nuova realtà. Inoltre: le strade delle citta’ e di periferia non sono più gremite, non si fanno più lunghi tratti in aereo, si bada di più alle spese e si lavora da casa.

Per quanto riguarda le scuole, ogni contea ha preso le proprie misure, ma la maggior parte degli studenti sono rimasti a casa e per i genitori non è facile gestirli. Insomma: si vive alla giornata consapevoli che sarà ancora lunga. E, per tornare alla sua domanda, ribadisco: gli americani sentono la necessità di una guida sicura e affidabile.

Quattro anni fa votarono contro l’establishment e Clinton venne sconfitta. Questa volta voteranno ancora contro?

Non le saprei rispondere. Personalmente credo che la gente faccia fatica ad identificarsi in un candidato. Mi sembra che valga la teoria del “votiamo il meno peggio”. Un sentimento generato anche dalla scarsa credibilità dei mass
media, verso i quali gli americani sono diventati molto diffidenti: sono stanchi di fake news, polemiche, scandali: hanno bisogno di risposte.

Un suo giudizio sull’operato di Trump in questi quattro anni…

Non sono un politico, né tanto meno un analista o un commentatore televisivo per giudicare. Credo comunqe che lui dovrebbe utilizzare meno Twitter e il linguaggio da bar ! Il popolo americano gli ha dato il mandato di guidare una super potenza mondiale e tutti si aspettano che il presidente dia delle risposte e lo faccia in maniera seria. Dal punto di vista internazionale, comunque, Trump ha mostrato sicurezza e decisione, soprattutto nei confronti della Cina. Un atteggiamento che mi sento di avallare, visto il progetto espansionistico di Pechino.

Il presidente è confrontato con diversi scandali. Eppure non ha perso la sua baldanza.

Lui è un provocatore nato e a volte va sopra le righe. Il suo sottovalutare inizialmente il Covid-19 non gli ha certo procurato simpatie. Ma poi se guardiamo ai risultati della sua politica economica, la gente, alla quale sembra interessi particolarmente quello, dice: beh, in fondo non ha fatto così male. E a quel punto scandali, scaldaletti e battute fuori luogo cadono in secondo piano.

Parliamo del suo avversario: qual è il suo giudizio.

L’ho visto in televisione ma non mi ha convinto. Penso, per altro, che sia davvero triste che in un paese come l’America un partito non riesca più ad esprimere un candidato un po’ meno… vecchio. Joe Biden fra poco avrà 80 anni. I democratici non si mettono quasi mai d’accordo. Il fatto che sia stato vice di Obama dovrebbe comunque garantirgli una certa esperienza. Ma sarebbe sufficiente per governare il paese?

Cosa cambierebbe nel caso vincesse Biden ?

Penso che avrebbe vita assai difficile, considerando che Trump ha smantellato parecchie cose fatte durante l’era Obama. A me preoccupa un po’ la strategia geo-politica. Ci sono due grandi del mondo, gli USA e la Cina e perciò mi chiedo: se Trump dovesse perdere, che cosa accadrebbe? Biden avrebbe il polso sufficiente saldo per continuare sulla linea di The Donald?

I sondaggi cosa dicono?

Non sono un sondaggista e nemmeno un grande amante di questo sistema di previsioni. Comunque sarà una corsa all’ultimo voto. Molta gente ha già votato e qualcuno, magari, si è pentito di averlo fatto: nelle ultime settimane i due candidati non hanno dato il meglio di loro, anzi! Vedo tuttavia che certi stati stanno mutando direzione: la Florida, stato da sempre repubblicano, sta cambiando bandiera. Secondo i sondaggi il candidato democratico è avanti.

Nello stato in cui vive Alessandro, la Georgia, qual è l’orientamento di voto?

Negli stati del Sud, un tempo roccaforte repubblicana, le cose stanno appunto cambiando. In Georgia si assiste ad uno strano fenomeno: ad Atlanta e nei dintorni prevalgono i democratici, nel resto dello stato comandano i repubblicani. È una situazione difficile da valutare.


A.M./MDD


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