Sport, 31 gennaio 2020
Roger, colpi divini: l’Australian Open è finito, ma che delizia
Anche in semifinale, seppur menomato da problemi fisici, l’elvetico ha mostrato la sua classe. Ma per battere Djokovic non basta più solo quella
MELBOURNE (Australia) – 2h19’ di passione. Una prima ora da urlo che ci ha fatto trepidare, poi come già successo a Wimbledon, Roger Federer ha dovuto abdicare. Gli Australian Open del renano si sono interrotti nel caldo pazzesco australiano, nell’umidità della notte di Melbourne, al cospetto dei problemi fisici accusati contro Sandgren e contro uno strepitoso Novak Djokovic che, alla fine, ha sancito ciò che già ci immaginavamo prima dell’inizio della semifinale del primo Slam della stagione.
Il cammino di Federer, infatti, è stato titubante e traballante fin dai sedicesimi di finale, fin dalla sfida complicatissima e tiratissima contro il padrone di casa Millman, che già lo aveva fatto ammattire – per poi eliminarlo – a New York. Roger ha anche patito l’inizio spavaldo di Fucsovics in seguito, prima di domare l’ungherese senza troppe difficoltà, per poi dover inventarsi un’altra rimonta pazzesca nei quarti al cospetto dell’americano Sandgren. Ma proprio quella sfida, che lo ha consacrato ancora una volta, ha sancito virtualmente la sua eliminazione: l’infortunio patito contro lo statunitense lo ha reso ancora
più vulnerabile in vista della sfida a Novak Djokovic. Che di aiuti per rendere vulnerabile Federer proprio non ne ha bisogno…
L’ultimo incrocio tra i due coincideva con la spasmodica e avvincente finale di Wimbledon, quando il serbo vinse al quinto set, dopo che il nostro tennista gettò al vento diverse occasioni per conquistare match e trofeo. E ancora una volta alla fine è stato il ragazzone di Belgrado a poter esultare a pieni polmoni. E a pieno merito…
Fin dall’inizio, fin dalla vigilia del torneo si era messa nel mirino questa semifinale. Fin dall’inizio si sapeva che affrontare qui Novak, dove ha vinto per 7 volte, era missione quasi impossibile e la sfida di ieri ha seguito un copione tutto suo, ma che alla fine ha portato alla logica conclusione.
Federer ancora una volta per quasi due settimane ha deliziato tutti, presenti e telespettatori, tifosi e appassionati di tennis, grazie ai suoi colpi sublimi. Ma questi colpi non sempre fanno una partita: Djokovic, ieri, ha mostrato di aver anche tutto il resto, compreso un ritmo e un fisico integro. Ma a 38 anni non si può certo chiedere anche questo a King Roger…