Toccherà agli altri osservarci e cercare di capire quanto davvero valiamo.
Sì perché la partita di San Pietroburgo contro la Svezia vale tanto anche per noi, non soltanto in ottica di questo Mondiale, ma anche per quanto concerne la crescita e la rivalsa nazionale.
La Federazione negli ultimi anni ha lavorato bene, benissimo, partendo dalle fondamenta, partendo dai giovani, fino ad arrivare alla prima squadra, costruendo una struttura che tante altre nazioni – anche più forti e blasonate, come l’Italia ad esempio – si sognano. Non per nulla sono anni che la nostra Nazionale non manca un appuntamento internazionale, anche se poi, a conti fatti… manca l’acuto.
Un acuto che potrebbe arrivare oggi, sì perché centrare l’accesso ai quarti di finale – cosa che manca dal 1954 – sarebbe un qualcosa di storico e, tutto sommato, meritato. Già 4 anni fa ci andammo vicini… se non fosse stato per quel pallone perso da Lichtsteiner, per quella rete di Di Maria e per quella carambola sfortunata di Dzemaili, il tutto negli ultimi minuti dei supplementari.
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Ora però tutto sembrerebbe cambiato: la Svezia non è l’Argentina, la Svizzera è maturata, anche se l’ultima partita contro la Costa Rica e le squalifiche di Lichtsteiner e di Schär lasciano qualche dubbio.
Per capire chi davvero siamo, questi dubbi devono essere spazzati via oggi, contro una nazionale da prendere con le pinze visto che, in ordine, ha prima eliminato l’Olanda nelle qualificazioni, poi l’Italia allo spareggio, per poi completare l’opera facendo fuori la Germania – nonostante il ko nello scontro diretto – nel girone mondiale.
Ci sarà da soffrire, perché gli svedesi sono grandi, grossi e… solidi. Difficilmente subiscono gol, giocano in modo rude ma corretto e davanti qualche gol lo riescono spesso a trovare. Inoltre, da buon nordici, sono freddi anche dagli 11m, cosa che storicamente non ci porta proprio bene: nel 2006, senza neanche aver subìto una rete in 4 partite, salutammo il Mondiale agli ottavi ai rigori contro l’Ucraina, due anni fa in Francia, contro la Polonia venimmo eliminati agli ottavi proprio ai rigori. Insomma, se riuscissimo a evitarli sarebbe meglio…
Svezia-Svizzera, inoltre, riporta alla mente anche le ultime due finali mondiali giocate dalla nostra Nazionale.. di hockey! Stoccolma 2013 e Copenaghen 2017: due cammini incredibili, due campionati del mondo da sogno, che si sono arenati entrambi contro la Svezia nell’atto conclusivo. Poco più di un mese fa, proprio ai rigori…
Ora però tutto sembrerebbe cambiato: la Svezia non è l’Argentina, la Svizzera è maturata, anche se l’ultima partita contro la Costa Rica e le squalifiche di Lichtsteiner e di Schär lasciano qualche dubbio.
Per capire chi davvero siamo, questi dubbi devono essere spazzati via oggi, contro una nazionale da prendere con le pinze visto che, in ordine, ha prima eliminato l’Olanda nelle qualificazioni, poi l’Italia allo spareggio, per poi completare l’opera facendo fuori la Germania – nonostante il ko nello scontro diretto – nel girone mondiale.
Ci sarà da soffrire, perché gli svedesi sono grandi, grossi e… solidi. Difficilmente subiscono gol, giocano in modo rude ma corretto e davanti qualche gol lo riescono spesso a trovare. Inoltre, da buon nordici, sono freddi anche dagli 11m, cosa che storicamente non ci porta proprio bene: nel 2006, senza neanche aver subìto una rete in 4 partite, salutammo il Mondiale agli ottavi ai rigori contro l’Ucraina, due anni fa in Francia, contro la Polonia venimmo eliminati agli ottavi proprio ai rigori. Insomma, se riuscissimo a evitarli sarebbe meglio…
Svezia-Svizzera, inoltre, riporta alla mente anche le ultime due finali mondiali giocate dalla nostra Nazionale.. di hockey! Stoccolma 2013 e Copenaghen 2017: due cammini incredibili, due campionati del mondo da sogno, che si sono arenati entrambi contro la Svezia nell’atto conclusivo. Poco più di un mese fa, proprio ai rigori…
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