Ticino, 08 maggio 2020

"Un bambino di 10 anni in terapia intensiva"

Nuovo aggiornamento sanitario, con vista sulle riaperture dell’11 maggio, da parte delle autorità cantonali. A Palazzo delle Orsoline si sono presentati davanti ai giornalisti il ministro della sanità Raffaele De Rosa, il medico cantonale Giorgio Merlani, il capo area medica dell’EOC Paolo Ferrari e il direttore sanitario della clinica Moncucco Christian Garzoni.

“Stiamo assistendo" ha esordito De Rosa "a un consolidamento della tendenza positiva, con meno di dieci contagi al giorno, accompagnato da un constante calo delle ospedalizzazioni. Purtroppo contiamo ancora giornalmente dei decessi. E ogni decesso non è un numero ma la storia di una persona e di una famiglia”.

“Da lunedì si apre una fase di convivenza al virus. Fino a quando non ci sarà un vaccino o una terapia, dovremo mantenere le distanze sociali e le norme igieniche accresciute. Dobbiamo utilizzare la mascherine quando la distanza non più essere stabilita o per le persone più fragili”.

“Non possiamo sottacere", ha concluso il ministro PPD "qualche perplessità sul piano di riaperture deciso dalla Confederazione. All’ultimo momento sono stati aggiunti bar e ristorante e solo in questi minuti, a una manciata di ore dalle riaperture, Berna sta informando sulle misure di protezione. La voglia di ripartire è grande ma il virus è ancora lì fuori. Occorre procedere a piccoli passi, con tanta cautela ma anche grande fiducia.”

Merlani: "Un bambino di dieci anni ricoverato in terapia intensiva"

“Da lunedì", ha spiegato da parte sue Giorgio Merlani "riparte il contaci-tracing. Le persone che saranno entrate in contatto, per meno di due metri e più di 15 minuti, con un paziente risultato positivo dovranno rispettare una quadrante di 10 giorni”.

Il medico cantonale ha quindi snocciolato diversi dati riguardanti la pandemia. “E proprio ieri", ha aggiunto "abbiamo avuto il primo bambino ticinese di 10 anni ricoverato in terapia intensiva che è poi stato trasferito a Losanna. Le sue condizioni sono stabili”. Sollecitato dai giornalisti Merlani ha aggiunto: "Non mi hanno segnalato patologie particolari pregresse in questo bambino. Inquietudine per la riapertura delle scuole? Secondo me è vero il contrario. Questo caso dimostra
che neanche stando a casa ci si protegge dal virus, perché la malattia circola. Si sa che i bambini s’infettano piuttosto dagli adulti che non il contrario. Questo statisticamente anche perché la non ha mai una certezza assoluta".

Garzoni: "Mi aspetto onde di lago e non cavalloni"

Dopo Giorgio Merlani ha preso la parola Christian Garzoni: “È probabile che con le riaperture osserveremo una ripresa dei contagi, la cui intensità è difficile prevedere. Bisognerà in ogni caso attendere un paio di settimane, dal momento in cui le persone torneranno ad interagire, per farsi un’idea più precisa”.

“Abbiamo letto", ha aggiunto Garzoni "alcune previsioni catastrofiche. Io penso che la popolazione si è ormai abituata a tenere le distanze, a rispettare le norme igieniche, quindi non dovremmo avere una ripresa esponenziale come quella che abbiamo avuto in febbraio. La curva potrà quindi essere piuttosto piatta. Potremo avere delle onde di lago anziché dei cavalloni. E qui starà alla sensibilità di ogni cittadini riuscire a contenere l’epidemia”.

“Non sappiamo ancora se la stagionalità sarà un fattore. I Coronavirus generalmente si trasmettono meglio d’inverno, però vediamo che l’epidemia si diffonde anche in Paesi più caldi del nostro. Forse il fattore meteorologico giocherà poco. Ma d’estate le persone stanno più volentieri all’aria aperta e questo aiuta”.

"Importante", ha sottolineato il direttore sanitario di Moncucco "sarà il monitoraggio. I parametri saranno il numero di tamponi, la percentuale di positivi, che è la prima avvisaglia di un possibile aumento dei casi. Poi vi sarà il monitoraggio delle ospedalizzazioni, che sarà un campanello d'allarme forte. Fondamentale, infine, utilizzare le mascherine laddove non sarà possibile mantenere la distanza sociale, a patto di utilizzarle correttamente. “È stato detto che abbiamo cambiato idea sull’uso delle mascherine. In realtà adesso siamo in una fase diversa, rispetto a quella del sconfinamento dove l’obbiettivo era tenere le persone distanti. Adesso lo scenario è cambiato e quindi la mascherina oggi può essere un elemento aggiuntivo di protezione”.

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