Il Consiglio di Stato – che comprendiamo è stato impegnato su molti fronti in queste settimane –
ora deve chianarsi sul problema degli indipendenti e far sentire la voce del Ticino a Berna.
Infatti sin dall’inizio gli indipendenti sono stati i grandi dimenticati della crisi del Covid19 da parte
del Consiglio Federale. Prima nessun aiuto, poi la promessa di un contributo concreto che però
sembra tradursi spesso in briciole.
Di seguito riprendiamo parte di un recente comunicato dell’associazione Tisin. “Da giorni
riceviamo segnalazioni di lavoratori che, dopo aver fatto richiesta per l’indennità di perdita di
guadagno, si vedono prospettare versamenti di poche centinaia di franchi. Parliamo di piccoli
artigiani, baristi, operatori nel mondo della comunicazione. È una vergogna che in un Paese ricco
come la Svizzera, si pensi di sostenere con queste cifre ridicole lavoratori di una categoria
professionale che da sempre costituisce un pilastro della nostra economia!
Il Consiglio Federale aveva promesso che non avrebbe abbandonato nessuno in questa crisi. Invece
è riuscito a fare di peggio creando lavoratori di serie A - fortunatamente coperti da ampie garanzie
sociali e di reddito - e lavoratori di serie B a cui non viene versata neppure una paghetta
d’apprendista.”
Su queste basi chiediamo dunque che il Governo cantonale si attivi per fare chiarezza sulla
situazione e per chiedere aiuti sostanziali per gli indipendenti. Le questioni sul tavolo sono molte
come anche sollevato dall’avv. Rupen Nacaroglu (consigliere comunale Plr a Lugano) di cui
riprendiamo uno scritto in allegato.
Ecco alcune domande sulla situazione degli aiuti agli indipendenti nella





