*Dal Mattino della Domenica. Di Lorenzo Quadri
La partitocrazia spalancatrice di frontiere, quella che “i 70mila frontalieri in arrivo dalla Lombardia (principale focolaio epidemico d’Occidente!) devono entrare tutti”, senza pudore pretende di mettere la museruola all’opinione pubblica (invece della mascherina). Frontiere spalancate ma bocche cucite! Questo, naturalmente, per pura convenienza politica: le elezioni comunali sono dietro l’angolo.
Sicché, a lorsignori del triciclo ed ai loro scribacchini di servizio dà maledettamente fastidio che si facciano rimarcare alcuni “fatterelli” (che poi tanto fatterelli non sono) avvenuti in questi giorni. E quindi si agitano e - in mancanza di argomenti - lanciano scomposte accuse di sciacallaggio accompagnate da denigrazioni assortite. Uhhh, che pagüüüraaa! Noi non ci stiamo, e non ci facciamo né imbavagliare né censurare. E quindi non abbiamo alcun problema a ricordare ai nostri lettori alcune cosette da tenere bene a mente.
1) Il Mattino già tre settimane fa, alla scoperta dei primi contagi “ufficiali” in Lombardia, chiedeva la chiusura delle frontiere. Quei deputati che si sono subito attivati con richieste in questo senso, sono stati coperti di palta da soldatini e scribacchini della partitocrazia. Sicché, avanti con la shitstorm a suon di accuse di “sciacallaggio” e di “fare campagna politica sfruttando le paure della gente”! E invece, se le frontiere fossero state chiuse subito, facendo passare solo i frontalieri necessari al sistema sanitario, poco ma sicuro che il Ticino non si troverebbe nella situazione attuale. E magari nemmeno il resto della Svizzera.
2) Oltre ai soliti $inistrati spalancatori di frontiere, che ormai sono dei casi persi, a strillare istericamente contro il Mattino, la Lega e l’Udc c’era anche un certo numero di alti papaveri del PPD. Venerdì il Consiglio federale ha rifiutato di chiudere le frontiere con il Belpaese. Nemmeno ha voluto introdurre dei controlli sanitari in entrata. Perché questi signori non sono dei ministri svizzeri. Questi sono dei servi di Bruxelles.