Ticino, 12 dicembre 2018

Sottopaga i dipendenti, se la cava con una multa (neanche tanto salata)

Versava a quattro suoi dipendenti dei salari inferiori ai minimi previsti dal Contratto normale di lavoro in vigore nel settore del commercio all’ingrosso. Nel caso più grave, una donna percepiva 2'490 franchi lordi quando il minimo previsto dal CNL è di 3'370,91 franchi. Ma il titolare di una ditta che si occupa di distribuzione di bevande se l’è cavata con una multa di 1'221 franchi.

La mano leggera dell’Ufficio dell’ispettorato del lavoro del Dipartimento delle finanze e dell’economia emerge da una recente sentenza del Tribunale cantonale amministrativo. Sì, perché il titolare della ditta aveva addirittura fatto ricorso al Tram contro la multa, che era già stata confermata, sempre su ricorso, anche dal Consiglio di Stato.

L’uomo ha spiegato che
le retribuzioni da lui riconosciute erano “conformi all’andamento negativo della ditta e all’attuale situazione congiunturale”. Inoltre ha esibito dei contratti retrodatati che indicavano un’attività lavorativa di 40 ore settimanali anziché 45. Questi contratti non sono stati ritenuti credibili dal Tram, visto che in un primo tempo lo stesso titolare aveva parlato di una settimana lavorativa di 45 ore. Inoltre i giudici hanno sostenuto che “a prescindere dall’asserita difficile situazione economica del ricorrente e della congiuntura del mercato, la materialità dell’infrazione risulta sicuramente data”.

La multa di 1'221 franchi è quindi stata confermata. A essa va aggiunto il pagamento della tassa di giustizia e delle spese, per ulteriori 800 franchi.

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