Mondo, 05 dicembre 2018

"È tempo di far uscire il vichingo che c'è in noi", gli svedesi protestano contro il Patto ONU per la migrazione davanti al parlamento

Denominata da alcuni "la capitale dello stupro e del politicamente corretto" per i suoi numerosi casi di molestie sessuali commessi da migranti e poi messi a tacere dai media e dalla politica, la Svezia non è un paese in cui ci si aspetta una manifestazione contro l'immigrazione di massa.

Ma è quello che è successo domenica scorsa dove circa un migliaio di persone hanno partecipato a una protesta durata tre ore davanti al parlamento svedese. Oggetto principale delle critiche, il Patto ONU per la migrazione.

Fra i vari speaker anche Katerina Janouch, probabilmente l'attivista anti-immigrazione più conosciuta del paese nordico.

L'autrice e giornalista 54enne ha affermato alla platea che la Svezia è passata in pochi anni da paese modello ad un paese a cui non importa dei suoi cittadini.

"Le critiche sulla migrazione di massa possono essere messe a tacere dall'accordo. Dobbiamo difendere la libertà di parola. È tempo di far uscire il vichingo che c'è in noi, ignorare il politicamente corretto e parlare in modo ancora più diretto", ha detto.

Il riferimento nella prima frase è al Patto ONU per la migrazione e più precisamente al punto 17 del trattato, dove si sostiene "l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione, compresi il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza, contro i migranti e le loro famiglie" e si impegna a "promuovere l'informazione indipendente" obiettivo e di qualità, anche su Internet, in particolare rendendo
i professionisti dei media consapevoli delle problematiche legate alla migrazione ".

Da più parti questo punto del trattato invita i governi a promuovere la censura critica dell'immigrazione e sovvenzionare media e testate pro-immigrazione. Tanto più
Il punto 17 del Patto per quanto riguarda il dibattito pubblico è preoccupante e potrebbe ben servire come giustificazione per le crescenti interferenze dello stato in questo dibattito pubblico.

Tanto più che questo punto incoraggia anche la lotta contro la discriminazione dei migranti "cessando di stanziare fondi pubblici o fornendo sostegno materiale ai media che propagano sistematicamente intolleranza, xenofobia e razzismo", garantendo nel contempo - un po' ipocritamente - "pieno rispetto per la libertà di stampa".

Un altro punto problematico menzionato da uno speaker è l'apparente incompatibilità tra il regolamento di Dublino, che afferma che un richiedente l'asilo deve presentare la sua domanda nel primo paese UE in cui mette piede, e il trattato ONU.

Un'altra critica prende di mira anche la distruzione ambientale come motivo di asilo, perché in questo modo coloro che trascurano l'ambiente nel loro paese verrebbero "premiati" con la concessione dell'asilo invece di essere puniti per il danno causato.

Alla fine della manifestazione è stato cantato l'inno nazionale svedese. Secondo quanto scrive Janouch sul suo sito, nessun media mainstream svedese ha riferito dell'evento.

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