Ticino, 13 novembre 2018

Grande successo per l’iniziativa a sostegno dell’ospedale del cuore: e adesso?

Quasi 15mila. Tante sono le firme raccolte dall’iniziativa popolare lanciata dal gruppo “Grazie Cardiocentro” a sostegno dell’Ospedale del Cuore. La cifra è “da record”. E adesso che succederà?

Il mattino della domenica ha interpellato alcuni interlocutori, ai quali ha chiesto: - L'iniziativa popolare per l'indipendenza del Cardiocentro ha raccolto quasi 15mila sottoscrizioni. Come valuta questo risultato? Un dialogo tra EOC e Cardiocentro è ancora possibile? Di seguito vi riproponiamo alcune delle loro risposte.


Marco Borradori, sindaco di Lugano

Quando all'inizio di settembre abbiamo lanciato l'iniziativa popolare Grazie Cardiocentro, dissi che ero orgoglioso come cittadino luganese e ticinese di poter portare il mio contributo a questa causa. Sessanta giorni e quindicimila firme dopo, constato con soddisfazione che quel sentimento che aveva mosso me e gli altri promotori è stato condiviso da una parte importante della popolazione. Se il sostegno all'iniziativa da parte dei cittadini di Lugano e del Luganese era in qualche modo atteso (anche se non in queste dimensioni), taluni mettevano in dubbio che il resto del Ticino avrebbe fatto altrettanto. Un dubbio rimasto sulla carta, poiché l'iniziativa ha raccolto consensi in ogni distretto del Cantone e firme in ognuno dei 115 Comuni sparsi sul territorio.

Si tratta di un messaggio forte che certifica l'apprezzamento trasversale che il Cardiocentro si è conquistato sul campo, grazie a vent'anni di attività al servizio dei pazienti ticinesi e delle loro famiglie. La questione, in fondo, è sempre la stessa: non c'è un motivo valido per cambiare qualcosa che funziona così bene. Ora la palla passa nel campo dell'EOC.

Da parte nostra la disponibilità al dialogo non è mai venuta meno, ma certo ci auguriamo un cambio di atteggiamento dalla 'controparte'. Se si vuole trovare un accordo, infatti, occorre innanzitutto abbandonare certi arroccamenti. La logica delle soluzioni copia e incolla deve lasciare spazio alla volontà di costruire un modello realmente innovativo nell'interesse dell'intero sistema sanitario. Siamo pronti ad impegnarci in tal senso, ma non siamo ovviamente disponibili a compromessi al ribasso. Altrimenti, parola al popolo.


Andrea Leoni, Gruppo “Grazie Cardiocentro”

Personalmente non mi appassiona il tema del record delle firme, di cui si è letto in questi giorni sulla stampa. Abbiamo lanciato l'iniziativa Grazie Cardiocentro per proporre un progetto per il futuro dell'ospedale del cuore e non certo per inseguire primati che possono essere interessanti per le statistiche ma, all’atto pratico, lasciano un po' il tempo che trovano.

Ciò premesso, il numero delle sottoscrizioni raccolte rappresenta senza dubbio un segnale politico importante che crediamo possa suscitare attenzione da parte delle Istituzioni. Quando abbiamo lanciato l'iniziativa era per noi inimmaginabile pensare di raccogliere una tale adesione e per questo siamo molto riconoscenti verso le migliaia e migliaia di ticinesi
che hanno firmato. In questo senso, molto banalmente, il risultato raggiunto dimostra che c'è una parte numerosa della popolazione che chiede per il futuro del Cardiocentro una soluzione diversa dalla statalizzazione prospettata dall'EOC.

Detto questo, occorre tenere i piedi ben piantati per terra, senza cullarsi troppo nei titoli, tanto roboanti quanto effimeri, di questi giorni. Bisogna continuare a lavorare con umiltà, buonsenso e responsabilità. A questo proposito, a mio avviso, il punto non è se il dialogo tra Ente ospedaliero e Cardiocentro sia ancora possibile: sono sette anni che le parti si parlano. Il punto sono i contenuti. Esiste una soluzione, solida nella forma e soddisfacente nella sostanza, in grado di trovare l'accordo delle due parti? Noi, attraverso l'iniziativa, una proposta equilibrata l'abbiamo messa sul tavolo. Se vi saranno delle controproposte rispettose del testo sottoscritto da 15'000 ticinesi, le valuteremo con disponibilità e attenzione. Ma occorre essere concreti.


Maristella Polli, Deputata in GC (PLR)

L’iniziativa popolare con la modifica di legge richiesta permetterebbe al Cardiocentro di continuare a svolgere la sua attività così come la sta facendo in modo eccellente da un ventennio. Non vale la pena rispondere a chi sottolinea che la raccolta di 15.000 firme non è un record (non stiamo inseguendo un guinness!) perché mi preme piuttosto analizzare e capire perché quasi 15.000 persone in Ticino hanno firmato l`iniziativa (tra l’altro alcuni Comuni devono ancora consegnare i formulari in loro possesso).

In tutto il Cantone, da nord a sud, in comuni anche discosti i cittadini si sono attivati per rispondere alla richiesta dei promotori; e questo perché? Non certo per ragioni legate alla gestione finanziaria dell’Istituto (come si insinua parlando di transiti occulti nella Fondazione, di mezze verità, di interessi privati). Il Cardiocentro rappresenta un’offerta sanitaria pubblica senza scopo di lucro. Ha curato, e continua a curare, centinaia e migliaia di pazienti ticinesi che in precedenza “emigravano” Oltregottardo.

Come aderente al gruppo Grazie Cardiocentro non ho interessi personali, non sono membro della Fondazione, non mi interessano i litigi fra gli uni e gli altri. Sono stata paziente del Cardiocentro più di una volta, e lo sono stata anche all’EOC. In entrambi gli ospedali ho percepito competenza, qualità delle cure, professionalità. Ma, e qui sta la differenza, il personale curante nel Cardiocentro, i medici responsabili, hanno instaurato, all’interno dell’istituto, un clima di maggiore serenità. Penso possa dipendere, sicuramente dalla Direzione, ma forse anche dall’avere a disposizione più tempo da dedicare ai pazienti. Questioni finanziarie? Conduzione del personale? Io non so rispondere a tutto ciò ma, desidero che semplicemente ci si renda conto di quanto sia importante mantenere questa eccellente offerta. Se EOC e Cardiocentro analizzassero con serenità la situazione, senza personalismi, il tempo per un accordo lo troverebbero ancora; ma bisogna fare in fretta!

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