Sport, 08 ottobre 2018

“Silvio Berlusconi a Monza? Non sarà una scampagnata”

Intervista con il giornalista-tifoso Carlo Pellegatti dopo il ritorno del Cavaliere

MONZA (Italia) - Chi meglio di Carlo Pellegatti, “ milanologo” irriducibile (come il suo collega Tiziano Crudeli) può spiegare le dinamiche che hanno spinto Berlusconi a tornare sulla scena calcistica, dopo l’annuncio ufficiale della Finiivest?

Carlo Pellegatti è giornalista molto conosciuto nell’ambito calcistico lombardo: è assai esperto del mondo rossonero, e in passato ha pubblicato anche un bellissimo libro che ripercorre le tappe più significative del Milan, soprattutto quello di Sacchi e Capello, nei quali furoreggiavano i vari Gullit, Van Basten, Rijkaard, Savicevic. Il prode Carlo è un personaggio nel personaggio, che non ha peli sulla lingua quando deve esprimere dei concetti o delle critiche (sempre rigorosamente a favore del Milan).

La notizia del grande ritorno di Berlusconi nel calcio l’ha un po’ sorpreso: in pochi avrebbero immaginato che il leader di Forza Italia sarebbe tornato sui suoi passi e che avrebbe acquistato il Monza. Con lui ci sarà anche la sua spalla storica Adriano Galliani (ma non solo): il quale, bontà sua, ha “promesso” un derby col Milan. Magari a partire dal 2020…

Carlo: cosa possiamo dire del grande ritorno di Berlusconi?
Un'operazione romantica e del cuore. Lui e Galliani volevano restare nel giro e sono sicuro che fra un paio di anni o al massimo tre porteranno la squadra dalla serie C alla massima serie. Costruiranno anche lo stadio! Berlusconi e Galliani non vanno a Monza solo per divertimento ma per lavorare bene e vincere. Come al Milan.

E c'è anche Daniele Massaro, che darà una mano importante. Come l’hanno presa i tifosi rossoneri?
Sono tutti contenti del ritorno di questa fantastica coppia. Sanno che Monza non sarà una semplice scampagnata fra vecchi amici. No, il signor Berlusconi è uno che quando va in campo va per vincere. E lo dimostrato tantissime volte. In Brianza, fra l’altro, c’è grande entusiasmo. I monzesi sognano a occhi aperti. E li capisco. È da una vita che non assaggiano il sapore del grande calcio… 

Che strategia adotterà Berlusconi?
Non farà pazzie economiche. Ma lavorerà con Galliani per formare al meglio e lanciare i giovani e per inserire qualche elemento d’esperienza che renda solida la squadra. Almeno per il momento. In una seguente fase cercherà di mettere a segno qualche
colpaccio… 

Quanto mancano al Milan Berlusconi e Galliani?
Loro sono il Milan. In 30 anni hanno vinto ben 29 trofei, hanno portato nuove idee rivoluzionarie dal punto di vista calcistico e sportivo. Vedi Arrigo Sacchi. Senza di loro il nostro calcio sarebbe stato di seconda fascia. Ora però c'è una nuova gestione, alla quale auguro di ricondurre la squadra ai vertici. Soffriamo un po' nel vedere la Juventus dominare. Ma un giorno torneremo, ne sono sicuro.

Personalmente, le manca il Milan?
No, ( ride, ndr) perché vado a quasi tutti i suoi allenamenti ma soprattutto alle sue partite. Quindi...

Parliamo ora del Pellegatti giornalista. A partire dai tempi pionieristici di Telelombardia.
Telelombardia lanciò la moda delle cronache con un inviato sul posto. Ci si collegava con il giornalista di turno e questi faceva un po' di cronaca. Io ero inviato, sempre, per il Milan, la mia squadra del cuore da quando sono bambino. Ho vissuto l'era di Liedholm e poi tutta quella berlusconiana. Alla grande”.

Lei è nato e cresciuto a Milano. Milanese DOC insomma.
Ho sempre vissuto in questa città, che amo profondamente, anche se è cambiata dai tempi in cui ho cominciato a lavorare. Oggi è una metropoli internazionale, con una nuova identità. Per noi milanesi non è stato facile adattarsi. Ma ora direi che le cose si stanno aggiustando.

Milan e Inter, e i loro epici derby.
Tra le due società è sempre stata grande rivalità Malgrado la mia “fede” rossonera, ho sempre rispettato i rivali, anche quando facevo le cronache o quando dovevo svolgere il compito di opinionista. Magari non ero parziale, tuttavia non ho mai esagerato (ride).

Mediaset è però stato il suo vero trampolino di lancio…
Ho lavorato per anni nelle TV di Berlusconi, facevo la telecronache personalizzate del Milan e i servizi per i TG sportivi. Credo di essermi ritagliato uno spazio importante, anche perché ho sempre detto quello che pensavo, andando anche contro il Palazzo. Poi alla fine del 2017 i vertici dell'azienda hanno deciso di cambiare. Avendo perso i diritti per le partite di calcio, hanno puntato sui giovani. Ma è normale, io ormai sono pensionato, ma continuo come opinionista in altre emittenti.

G.M.

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