Mondo, 25 luglio 2018

Chi era Sergio Marchionne, l'amministratore che portò Fiat nel futuro

È stato corteggiato, odiato e amato da politici e operai di tutto il mondo. Di Sergio Marchionne si può dire tutto e il contrario di tutto ma nessuno può negare che abbia letteralmente trasformato il volto e il futuro della Fiat.


La giovinezza in Canada


Il padre Cocenzio era un maresciallo dei carabinieri, originario dell’Abruzzo, che negli anni ’30 era stato mandato in Istria dove aveva conosciuto la madre, Maria Zuccon.

Sergio nasce a Chieti il 17 giugno 1952 ma, dopo che suo padre va in pensione, la famiglia si trasferisce in Canada dove si era già stabilita la zia materna Anna Zuccon, un esule istriana. Ed è proprio in Canada che Sergio studia: prima si laurea in filosofia presso l'Università di Toronto, poi in legge alla Osgoode Hall Law School of York University e, infine, consegue un Master in Business Administration presso la University of Windsor.“Quando ho iniziato l’università, in Canada, ho scelto filosofia. L’ho fatto semplicemente perché sentivo che, in quel momento, era una cosa importante per me. Poi ho continuato studiando tutt’altro e ho fatto prima il commercialista, poi l’avvocato. E ho seguito tante altre strade, passando per la finanza, prima di arrivare a occuparmi di imballaggi, poi di alluminio, di chimica, di biotecnologia, di servizi e oggi di automobili. Non so se la filosofia mi abbia reso un avvocato migliore o mi renda un amministratore delegato migliore. Ma mi ha aperto gli occhi, ha aperto la mia mente ad altro”, racconterà nel 2011 in occasione nell’Alma Graduate School di Bologna.


Gli inizi di carriera in Canada


Negli anni ’80 Marchionne è dottore commercialista, esperto nell’area fiscale, per la Deloitte & Touche e, in seguito assume l’incarico di director dello sviluppo aziendale presso il Lawson Mardon Group di Toronto. Dopo queste esperienze è vicepresidente della Glenex Industries e, poi, della Auckland Limited. Dai primi anni ’90 fa carriera all’interno della Lonza Group, società attiva nel settore dei prodotti per le industrie farmaceutica e sanitaria di cui diventa presidente nel 2000. A renderlo conosciuto agli occhi del mondo della finanza internazionale è il risanamento di Sgs, colosso elvetico nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, società di cui diventa amministratore delegato nel 2002 e che ha tra i suoi azionisti anche la famiglia Agnelli.


Marchionne alla guida della Fiat


Nel 2003 Marchionne, su designazione di Umberto Agnelli, entra nel cda della Fiat e, l’anno successivo viene nominato amministratore delegato del gruppo. Ad affiancarlo ci

sono Luca Cordero di Montezemolo come presidente e il 28enne John Elkann in qualità di vicepresidente. Le sue prime parole da ad furono:“Fiat ce la farà; il concetto di squadra è la base su cui creerò la nuova organizzazione; prometto che lavorerò duro, senza polemiche e interessi politici”. All’epoca la Fiat perdeva più di due milioni di euro al giorno mentre, dopo la ‘cura Marchionne’, i ricavi sono passati dai 47 mld del 2004 del gruppo Fiat ai 141 mld del 2017 ottenuti complessivamente da Fca, Cnh Industrial e Ferrari.


La Fiat diventa Fca


Al suo arrivo Marchionne effettua subito una serie di cambi al vertice del gruppo e ingaggia un duro braccio di ferro con la General Motors. L’accordo stipulato nel 2000 da Paolo Fresco si rompe e gli americani versano 2 miliardi di dollari purché Torino non eserciti l'obbligo di acquisto di Fiat Auto. La svolta arriva nel 2009 quando gli Stati Uniti vivono la loro crisi finanziaria più grande dopo quella del 1929 e Marchionne ne approfitta per ottenere da Obama il controllo del 20% di Chrysler. Nel 2014 il 100% dell’azienda automobilistica americana passa nelle mani del Lingotto e nasce così FCA, Fiat Chrysler Automobiles. Fallisce, invece, il tentativo di acquisire la tedesca Opel.


Nel frattempo, in Italia, Marchionne deve vedersela con i sindacati che protestano per la delocalizzazione di alcune produzioni che comporteranno la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese. Nel 2010 viene presentato il cosiddetto piano Fabbrica Italia che doveva portare 20 miliardi di investimenti in Italia ma, colpa della crisi, non vedrà mai la luce. Fiat disdice il contratto nazionale e chiede una serie di concessioni ai sindacati per poter investire a Pomigliano nella produzione della nuova Panda. La Fiom è contraria ma gli operai, con il voto favorevole in due successivi referendum (uno a Pomigliano e uno a Mirafiori), danno il loro assenso all’accordo. Marchionne, nel corso della sua gestione, porta l’azienda fuori da Confindustria, lancia nuovi modelli come l'Alfa 159, la Fiat Nuova 500, la Grande Punto, punta tutto sulla Jeep e nel 2014 prende il posto di Montezemolo al vertice dalla Ferrari.


La vita privata e l'ultimo periodo di vita


Trascorre la sua vita privata nella casa in Svizzera insieme alla famiglia e, in ogni evento mondano/ufficiale, si presenta con il suo immancabile pullover blu, considerato un suo marchio di fabbrica. Il manager italo- canadese, noto per il suo stakanovismo, si ferma solo nel giugno 2018 a seguito di un intervento chirurgico dal quale non si riprenderà mai. Al suo posto John Elkann, presidente di Fca, chiama Mike Manley, già responsabile del marchio Jeep.


(via ilgiornale.it)

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