La scellerata politica delle frontiere spalancate, con l’avanzare dei “sovranisti”, ciurla nel manico. L’iniziativa popolare contro la devastante libera circolazione delle persone ha raccolto 125mila firme in meno di sei mesi (c’era tempo un anno e mezzo per raccoglierne centomila). E a Berna, ai camerieri di Bruxelles ed ai loro soldatini sta diventando fredda la camicia.
Così i tamberla della SECO se ne sono usciti con l’ennesima fregnaccia. Ovvero, il nuovo bilancio della libera circolazione.
“Nessuna penalizzazione”
Secondo costoro, infatti, i residenti in Svizzera non sarebbero penalizzati dalla libera circolazione delle persone. Inoltre, non esisterebbe né sostituzione né dumping salariale.
“Sono solo percezioni”, come garantiva lo studio dell’ IRE sul frontalierato eseguito dal ricercatore frontaliere o ex frontaliere. Il quale, ma guarda un po’, viene sistematicamente interpellato dal Corriere del Ticino per commentare le notizie sui permessi G.
Un bel “vaffa!”
Ai burocrati federali della SECO con i piedi al caldo, lautamente foraggiati con i nostri soldi, dedichiamo un corale “vaffa ”!
Ricordiamo che costoro sono quelli che, oltre a produrre statistiche taroccate per fare il lavaggio del cervello al popolazzo, hanno deciso — su ordine di chi? Del loro capodipartimento, il decotto ministro PLR“Leider” Ammann? Oppure hanno fatto tutto di propria iniziativa? — che anche i frontalieri devono (?) avere diritto al guadagno intermedio. E sono purefavorevoli, i burocrati della SECO, al disastroso Diktat con cui l’UE pretende di far pagare al paese di lavoro (ovvero: a noi)la disoccupazione dei frontalieri. Una novitàche, nella malaugurata ipotesi in cui dovesse diventare realtà, avrebbeconseguenze deleterie: ci costerebbe centinaia di milioni di Fr all’anno;
- farebbe esplodere gli abusi; - genererebbe un’impennata di iscrizioni agli uffici regionali di collocamento (URC), ed il potenziamento degli URC ticinesi lo pagherebbe il solito sfigato contribuente cantonale; - azzererebbe del tutto la ciofeca denominata “preferenza indigena light”, con cui la partitocrazia finge di favorire i disoccupati iscritti agli URC. Se tutti i frontalieri si iscrivono, di quale “preferenza” beneficerebbero i residenti?
- Costituirebbe l’ennesimo privilegio ingiustificato dei frontalieri (che già sono dei privilegiati fiscali) rispetto agli italiani che lavorano in Italia. Ed infatti, quando sui media